venerdì 29 novembre 2013

latitanza...

sono tornata.
resterò per molto?
ancora non lo so: questi mesi di distacco dal blog mi hanno lasciata quasi indifferente, nel senso che non mi è mancato scriverci sopra, e più volte ho pensato di chiudere baracca e burattini e lasciar perdere. poi la pigrizia, la non voglia di metterci la testa per capire come si fa e farlo mi hanno sempre trattenuto.
il fatto è che per me tenere il blog è un grosso impegno: ho iniziato coinvolta da una cara amica e perchè pensavo potesse essere un sistema per dare un senso logico e mantenere una traccia dei miei lavori, ma quando ho capito che in realtà non è questo - anche perchè non sono così smaliziata nell'uso del mezzo, e, di nuovo, sono troppo pigra per approfondire più di così la conoscenza in materia - è diventato uno sbattimento in più. la cosa che più me lo rende ostico è che il tempo che ho usato per scrivere è stato tempo tolto allo sfogo della mia creatività.
alcuni blog che seguo sono cambiati nel corso del tempo, qualcuno con tanto di manifesto di intenti ma più spesso in sordina, lasciando che i post prendessero le pieghe che hanno voluto. un po' come un diario, il blog riflette le nostre vite, immagino che sia così.
quando mi lancio in qualsiasi cosa, parto sull'onda dell'entusiasmo come un caterpillar pieno di benzina e fisso un target senza riflettere troppo sulle mie reali capacità (beh, il nome del mio blog la dice luunga!). la storia di "faccio(quasi)tuttoio" più o meno è iniziata così: "sìì, aprirò un blog, saranno tutti tutorial, pubblicherò le foto di ogni mia cosetta, sarà diviso nei miei vari settori di interesse, così avrò tutto in ordine e a portata di mano e poi non mi dimenticherò dei lavori che ho fatto!"
ehm...
dopo un tot di post ho capito che:
1- tutorial è un manuale di istruzioni: mio fratello una volta ha detto che il suo problema non è progettare i macchinari ma scrivere i manuali di uso e manutenzione. ridevo -me ingenua!- pensando alle sue difficoltà linguisitche (beh, all'ITIS italiano e inglese sono soltanto accessori per appesantire gli zaini) ma ancora inconsapevole di quanta verità ci fosse in quelle parole.
2- fotografare: proprio non lo so fare e poi vuol dire interrompersi ad ogni passaggio per illustrarlo; considerato che la maggior parte delle mie produzioni è fatta di sera...
3- settori di interesse: cartonaggio, punto croce, patchwork, cucito, bricolage, cucina, fumetti, giochi, nuoto, canto... troppa roba, troppa. e così praticamente da subito ho lasciato perdere certe cose concentrandomi di più sul cartonaggio e sul cucito in generale
4- ordine: ho capito che se non hai un ordine mentale, per così dire "di sistema", il computer mica ti aiuta. sei tu che devi dare un'impostazione di ordine, ma io, a dispetto delle apparenze, questa capacità non ce l'ho proprio. il mio "armadio" è un'accozzaglia di materiali e strumenti in cui prevale certo la logica dell'incastro, ma che va a cozze con la logica del mettere assieme le cose che servono allo stesso scopo. vuol dire affidarsi alla memoria: pericolosissimo se ce l'hai colabrobo come la mia...
5- dimenticarsi dei lavori: succede anche adesso! mica scriverò di ogni minima cosetta che faccio... voi lo fate? voglio dire: quando producete qualcosa "in serie" ve le ricordate tutte quante? beh, magari siete più furbe di me e gli fate una fotografia che salvate in una cartella: potrei farlo anche io, magari.
per farla breve, credevo fosse più facile.

sono mesi che non pubblico niente, e per fortuna questo non significa che non abbia fatto niente. giusto per la cronaca e in ordine sparso: altri 2 cuscini per l'allattamento, 2 borse per la spesa, un cofanetto, una rubrica, uno gnomo fermaporta, tutta una serie di oggetti per il musical Aladin con il quale a brevissimo andremo in scena (tra i quali anche un cesto di carta: nuova tecnica che mi piace molto; qui il videotutorial che mi ha insegnato come fare), tante ricette, tra le quali il dado granulare vegetale, il patè di melanzane, la conserva di pomodoro e i pelati, tovagliette americane e i relativi tovaglioli, dei sacchettini di stoffa per le pedine di alcuni giochi in scatola... e poi proseguono i ricami -a rilento come i lavori pubblici, ma non importa.
naturalmente di tutto ciò non ho manco mezza foto.

se vi state chiedendo quale sia il senso di questo post, sappiate che nemmeno io ho le idee chiare in proposito: diciamo che è una pagina di riflessione, che ho voluto condividere con questo pezzo di mondo perchè mi piacerebbe sapere da voi che ne pensate, della "difficoltà", della latitanza che ogni tanto colpisce il blog, o se anche voi avete meditato la chiusura del vostro.


sabato 2 febbraio 2013

nullitudine

succede che ci siano momentacci nella vita, in cui mi sento impotente, anzi peggio, nulla, totalmente incapace di fare qualsiasi cosa, anche solo di rimanere seduta in riva al fiume a vedere l'acqua che passa.

oggi le belle notizie si sprecavano: mi sono svegliata dopo un sonno ristoratore di 10 ore (beata me!), in piscina un successo, niente mestieri da fare, niente spesa, pizza in lievitazione che sembrava una nuvola (e in effetti è venuta una delizia), è nato il cuginetto e sta benone (anche la mamma, si) nel pomeriggio poi avremmo fatto le frittelle tra amici... cosa desiderare d'altro?
eppure, complice la giornata uggiosa, è bastata una telefonata per rendere tutto questo in parte un ricordo frivolo, in parte ordinaria routine, in parte una cosa inutile: che senso ha gongolare per una fantastica pizza o per delle golosissime frittelle quando ti dicono che lo zio malato si è aggravato e i dottori scuotono la testa?

beh, in effetti visto che lo zio in questione è uno che la vita se l'è goduta, migliore onore per lui sarebbe proprio quello di viverla visto che lui non può far più niente e non di star qui in attesa di un'altra telefonata.
già.
ma succede anche che il sapere di non poterci fare niente ti annienti.
e così mi ritrovo a quest'ora a scrivere cercando di incasellare i pensieri e fare chiarezza, arrivare all'essenziale ricerdando una nuova sintonia con l'Altrametàdelcielo che lo aiuti, almeno un pochino, a non abbattersi di più.

domenica 27 gennaio 2013

imparaticcio

cos'è?
una tela ricamata che si chiama così perchè in sostanza veniva fatta per imparare i punti del ricamo.

da piccola di tanto in tanto ficcavo il naso e le mani in una vecchia scatola di latta nella quale mia mamma conserva pizzi, centrini e robe così e sempre rimanevo affascinata da un imparaticcio vecchio e impolverato, ricamato a punto croce, con alfabeti e numeri di stili diversi.
e fin qui, niente di che.
a renderlo interessante era la scritta centrale:

Noemi Manzato d'anni 6 l'anno 1878

d'anni 6, capito? sei! SEI!!
ma questa è una cosa che mi colpisce ora, non tanto quando avevo pressappoco la sua età, quando lo guardavo incantata.
mia mamma allora mi raccontava la storia - sospetto con l'intento neanche troppo velato di fornirmi un esempio di brava bambina alla quale ispirarmi - di quel ricamo: l'ha fatto una delle vecchie zie del nonno, quand'era piccola, così ha imparato a scrivere... e cose così, a metà via tra aneddoti da libro cuore e spaccato di vita italiana in pieno risorgimento. 
una mia ava, un pezzo di storia che potevo tenere tra le mie mani, uno scampolo di stoffa che parlava della nostra famiglia... wow!
anni più tardi ho convinto i miei a investire qualche soldo per farlo incorniciare e da allora è appeso alle pareti della mia camera prima e del nostro salotto ora.

un'altra zia l'ha visto e siccome sta per diventare nonna mi ha chiesto le fotografie perchè non è riuscita a trovare un alfabeto che le piacesse tanto quanto quelli ricamati da Noemi.
eccole qui:




















manca una foto d'insieme, lo so, ma essendo sottovetro non riesco a fotografarlo senza riflessi in modo da mostrarlo come si deve! mi spiace, ma appena qualcuno più abile di me verrà a trovarmi con la sua macchina fotografica e il cavo per trasferire le foto sul mio blog...
sapete già come funziona l'autoinvito, no? quindi, vi aspetto ;-) !

domenica 20 gennaio 2013

quasi un tutorial: CUSCINO PER L'ALLATTAMENTO

sta per nascere un cuginetto, e ho realizzato per lui e la mamma un cuscino per l'allattamento. questo è il risultato:

come sempre, ho fatto tutto in preda all'entusiasmo senza documentare i vari passaggi. poco male, x' fortunatamente altre blogger più esperte, più abili e meno impazienti di me ci hanno pensato.

in particolare ho preso spunto qui:

http://mammavio.blogspot.it
 e poi l'ho modificato.
  • il mio tubo è lungo 150 cm e diametro della base 18 cm, cuciture comprese;
  • poi non ho fatto il sistema di allungamento (peraltro molto ingegnoso e che mi sono annotata per un altro esperimento);
  • ho preferito realizzare cuscino e federa, presumendo che inevitabilmente qualche vomitino prima o poi lo battezzerà;
  • come imbottitura ho scelto la lana (che ho scoperto di non essere assolutamente capace di sprimacciare a dovere – infatti il risultato è stato piuttosto bitorzoluto), anche se mi sa che ne ho messa poca. in ogni caso il costo della pula di grano per riempire tutto il tubo era una follia e le palline di polistirolo non fanno traspirare.
ho ritagliato un rettangolo di stoffa leggerina di cotone ikea con queste misure: 150 cm x 56 cm e due cerchi del raggio di 9 cm. ho piegato il rettangolo a metà seguendo nel senso della lunghezza e ho cucito le estremità creando il tubo; poi, previa imbastitura, ho cucito uno dei cerchi su una delle estremità del tubo, ho rivoltato al dritto e ho riempito di lana il cilindro.
poi ho "tappato" con l'altro cerchio, stavolta facendo la cucitura sul dritto.

per la fodera - di cotone pure lei - invece ho fatto così:
- ho misurato la circonferenza del tubo imbottito e ho aggiunto un paio di cm x' uno circa va per la cucitura e tutto il resto per avere un po' di agio per infilare/sfilare il cuscino; se non avete voglia di lavare preventivamente la fodera per avere un tessuto stabile non più soggetto ad accorciamenti, magari state ancora un po' più abbondanti.
- quindi ho tagliato un rettangolo di 150 cm x 58 cm, due cerchi di 9,5 cm e due strisce di 45 cm x 5 cm
- ho piegato in due nel senso della lunghezza ciscuna striscia e l'ho cucita in modo da ricavare due nastri che servono poi per tenere il cuscino piegato a metà;
- ho piegato a metà nel senso della lunghezza la stoffa e ho imbastito e poi cucito, centrata, una cerniera da 60 cm; dopo di chè ho proseguito le cuciture di qua e di là dalla fine della cerniera, creando così il tubo.


- imbastire i cerchi alle estremità del tubo, inserendo anche i nastri e poi cucire tutto.
- rivoltare a dritto, date una stirata e inserite il cuscino.

tah-dhan!



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